martedì 7 ottobre 2014

Quando il silenzio fa rumore…


Le porte dell’atrio e della sala di aspetto della stazione, tetto dei senzatetto, sono state loro chiuse nelle ore notturne da lunedì scorso. 
Un provvedimento restrittivo messo in atto dalle forze della polizia ferroviaria, su richiesta di Trenitalia  e FS, volto a garantire la pubblica sicurezza.  
Di fronte a questo atto, seppur giustificabile legalmente, ma umanamente lesivo della dignità umana, meraviglia il silenzio di fronte alla cittadinanza  di quasi tutte le forze politiche che sembrano dormire sonni tranquilli mentre ci sono uomini che dormono scomodi e al freddo. Sarà forse che questi contano poco elettoralmente? 
E l’amministrazione pubblica può occuparsi di questa situazione solo quando la situazione diventa un’emergenza?
I senzatetto, i poveri, gli ultimi c’erano già, ma trasparenti nella loro stridente evidenza agli occhi dell’amministrazione.   Questi, oltre che senza tetto, sembrano ora anche senza voce, ma il loro silenzio dovrebbe urlare in modo inquietante nella coscienza di quanti si occupano dell’amministrazione pubblica, che proprio perché pubblica, deve prendersi a cuore le sorti di tutti, non solo degli amici o degli amici degli amici, ma anche e soprattutto degli ultimi. Ancor più se alla guida di questa amministrazione vi è chi si professa apertamente cristiano-cattolico. 
Diventa poi imbarazzante e assordante il silenzio della Chiesa locale, che dovrebbe preoccuparsi di chi vive in difficoltà, perché questa è la sua evangelica missione. 
E allora cogliendo il suggerimento di don Milani che diceva che la politica  “è uscire tutti insieme dai problemi con una particolare attenzione per gli ultimi”, la Chiesa faccia onorevolmente e coscienziosamente la sua parte e collabori anche con l’amministrazione nella condivisione di questo e di altri problemi sociali, mettendo in campo idee, energie, forze e fondi come spesso fa silenziosamente. 
L’amministrazione, dal canto suo, investa un tetto minimo di spesa  per allestire un luogo di accoglienza per i senzatetto (esattamente come si mettono a disposizioni fondi per cooperative, associazioni o altre spese straordinarie), utilizzando magari un locale di proprietà comunale sfitto e associando un servizio di vigilanza apposito: questo non perché si debba avere un ritorno economico che non verrà mai, ma perché sono i diritti umani , che non hanno etichetta politica o razziale, quelli su cui veramente investire, perché la politica compia l’atto più nobile che le è intrinseco, ovvero prendersi a cuore il bene di tutti e non solo di qualcuno.

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